Solito pastrocchio all’italiana: si parte…anzi no!
La ZES UNICA SUD, una misura cruciale per incentivare la ripresa degli investimenti nelle regioni meridionali, soprattutto per quelli che riguardano piccole e medie imprese, sembra essere bloccata ancor prima di decollare a causa della mancata emanazione dei decreti attuativi. Questo impasse ha spostato in avanti di almeno due mesi l’effettivo inizio delle agevolazioni previste dalla misura. Un ritardo che si traduce in un danno notevole per un’economia di un’importante e cruciale area del Paese, che ha bisogno di stimoli concreti per risollevarsi.
La ZES UNICA SUD, Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, è stata pensata per favorire gli investimenti e la crescita economica nelle regioni meridionali del Paese, stimolando così lo sviluppo e contrastando le diseguaglianze territoriali. Tuttavia, il mancato avvio delle procedure rischia di compromettere gli obiettivi di questa misura, mettendo a repentaglio la possibilità di attrarre investimenti nelle zone più bisognose e di far ripartire anche la produzione industriale che sta segnando significative perdite.
Al momento, quindi, non è neanche stato stabilito un termine per l’adozione del decreto che avrà il compito di esplicitare le modalità di fruizione dell’agevolazione, le procedure burocratiche e i relativi controlli.
Bisogna anche considerare che, secondo quanto stabilito anche dalla Legge di Bilancio 2024 sarebbero agevolabili gli investimenti effettuati dal 1 gennaio 2024 al 15 novembre 2024: un lasso temporale molto limitato. Spostando avanti l’avvio si rischia di perdere tempo prezioso.
In questa circostanza critica, il presidente di FEDERITALY , Carlo VERDONE , ha espresso gravi preoccupazioni in merito al ritardo nell’avvio della misura, affermando che “è essenziale avviare un processo tangibile e concreto di ristrutturazione per le PMI del Sud Italia, coinvolgendo sia le attrezzature che gli immobili produttivi. È imperativo sostenere integralmente il sistema produttivo meridionale nel suo impegno di rilancio e modernizzazione, al fine di migliorare la competitività sui mercati internazionali e di preservare gli elevati standard di qualità distintivi del nostro Made in Italy”.