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DONNE E MERCATO DEL LAVORO: ANCORA AMPIO IL DIVARIO CON GLI UOMINI

2024-03-04 11:41

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DONNE E MERCATO DEL LAVORO: ANCORA AMPIO IL DIVARIO CON GLI UOMINI

Per poter fronteggiare l’abbandono della carriera delle giovani donne dovremmo poter vedere altrove dove il modello Lego già esiste.

La partecipazione delle donne al mercato del lavoro, all’economia e alla società, cresce da quarant’anni con un ritmo tenace e rappresenta ogni decennio di più una delle basi su cui si costruisce la sopravvivenza e la continuità del modello di sviluppo degli Stati europei. 

In Italia il mondo del lavoro resta organizzato sul modello lavoratrice/lavoratore senza impegni familiari.
Una scarsa rete di servizi alla famiglia, dagli asili nido fino alle strutture per gli anziani, si unisce visibilmente a tale contesto, poiché invisibilmente il ruolo della donna si associa sempre a quello di cura dei suoi cari.

A questo si contrappone quello che gli studiosi hanno definito «modello Lego», un nuovo approccio di welfare – seguito già da tempo da diversi Paesi europei – che mette al centro le persone sostenendo la società nel suo complesso. 

Nel nostro Paese, dal 1970 in poi, molte leggi, dalla tutela della maternità fino alle azioni positive per le pari opportunità, hanno tentato di modificare il contesto culturale, ma è mancata una visione strategica che edificasse un sistema che permetta alle donne di esprimere le loro capacità nel lavoro senza dover dimenticare di essere madri, trovando nella comunità l’organizzazione necessaria per non essere penalizzate.

Un sistema che preveda condizioni di uguaglianza, al pari degli uomini, in tutte le fasi dei percorsi professionali, che portino a guardare al merito della risorsa umana.


Lo sviluppo di lungo periodo dell’economia e l’obiettivo delle imprese di una maggiore competitività si legano sempre più alla valorizzazione delle risorse umane, e su questo presupposto la componente femminile dell’offerta di lavoro potrà giocare un ruolo di prim’ordine. 

I numeri delle donne italiane fanno riflettere.

Assistiamo ad un più elevato livello di istruzione delle donne  (a 25 anni il 28% delle ragazze è laureato, a fronte del 19% dei ragazzi). Ma uscite dall’università le donne si trovano al bivio di dover scegliere tra la famiglia e il lavoro. IL NOSTRO SISTEMA SOCIALE NON PERMETTE ALLE DONNE DI AVERE LO STESSO ACCESSO ALLA CARRIERA DEGLI UOMINI perchè la cura della famiglia, dei figli sono ancora a carico delle donne. 
Nonostante la rinuncia alla carriera poi ci dobbiamo interrogare  perchè l' indice di fecondità in Italia è tra i più deboli nel panorama europeo.

La riduzione delle nascite e il connesso processo di invecchiamento hanno determinato, nel mercato del lavoro, una forte riduzione della popolazione in età lavorativa, nel sistema di welfare, un forte impatto sulla finanza pubblica e, nel percorso di crescita dell’economia, minori tassi di sviluppo. 

Appare allora evidente che solo un disegno più coerente delle politiche a sostegno dei carichi familiari potrebbe sciogliere le contraddizioni esistenti e consentire uno sviluppo durevole dell’economia. 
Noi imprenditori possiamo fare la nostra parte affinché si compiano progressi in questo ambito. E sottolineo il nostro ruolo perché a noi spetta, con il supporto delle Istituzioni, sviluppare condizioni di lavoro favorevoli alla famiglia.

Per poter fronteggiare l’abbandono della carriera  delle giovani donne dovremmo poter vedere altrove dove il modello Lego già esiste.

I paesi scandinavi hanno ampiamente investito nei servizi per l’infanzia e nel sistema dei congedi parentali, spendendo in scuola e formazione più che nel sistema pensionistico. Sono oggi un modello di eccellenza, anche in forza dell’elevata partecipazione delle donne al mercato del lavoro: il 71% in Svezia, il 73% in Danimarca.
Nell’ultimo decennio Gran Bretagna ed Irlanda hanno ricalibrato i propri sistemi di welfare verso donne e bambini; la Francia, ancor prima, ha attuato politiche familiari fortemente legate all’obiettivo di incentivare la natalità. 
Anche la Spagna, con l’approvazione della Ley de igualdad,  ha introdotto misure concrete per la parità di genere. Il nuovo approccio sta ispirando le riforme sociali in Estonia e in Slovenia.


L' impegno del Comitato DONNA Federitaly è la promozione di nuovi modelli organizzativi mirati alla gestione innovativa delle risorse umane, individuata come opportunità per incrementare la competitività delle imprese.

È in questo senso che riteniamo fondamentale valorizzare e sostenere le risorse femminili.

Ma per procedere in questa direzione, è fondamentale stabilire un rapporto costante con le Istituzioni. 
L’opportunità è quella di farsi interlocutrici proattive con proposte operative ed efficaci, che offrano indicazioni per un progetto di welfare locale attento alla famiglia e che trasferiscano la cultura della diversità moltiplicando la rete fra imprese: sono questi i binari lungo i quali si snoda il percorso che desideriamo portare avanti. 

“Allargare la rete” è una delle azioni fondamentali per promuovere l’eccellenza donna verso un reale cambiamento culturale. 

È quanto faremo in collaborazione e sinergia con altre Associazioni del Territorio nazionale ed internazionale. 

L’obiettivo è non soltanto di incidere sul trasferimento della cultura sulla diversità di genere ma di divenire partner delle Istituzioni nella nuova determinazione di politiche economiche, sociali, territoriali dove donne e uomini condividano ogni giorno di più - davvero insieme - pratiche di governo

La nuova partecipazione femminile al mercato dell’impresa e del lavoro, i nuovi modi di essere e di fare “famiglia”, le difficoltà del nostro sistema di welfare, sono tutti temi che non possono attendere a lungo risposte adeguate di policy. 

Attraverso l’azione del Comitato DONNA FEDERITALY intendiamo allora sollecitare concretamente queste risposte, partendo dal nostro territorio, evidenziando il nuovo trade-off che esiste nella divisione delle responsabilità fra Istituzioni, mercato e famiglia nella determinazione di politiche di successo.

Il cambiamento culturale deve partire proprio dalle donne imprenditrici e manager.
Siamo noi a doverci impegnare su questi temi così importanti per l’avvenire della società, in quanto portatrici di una nuova linea di pensiero, di una nuova cultura della parità e di un nuovo modo di agire.

Sarà sempre più la differenza individuale – questa sì da coltivare e considerare – a fare la vera differenza, se verrà lasciata libera di crescere attiverà un processi di innovazione che renderà le aziende italiane più competitive.

 

Romina Nicoletti - Presidente Comitato Donna Federitaly